Al Presidente del Consiglio Comunale di Tolentino
Sede
OGGETTO: PROPOSTA DI DELIBERA “Approvazione di principi orientati al concetto dell’acqua quale “bene comune dell’umanità” : loro recepimento nello Statuto Comunale” e relative azioni di sostegno”
I sottoscritti Consiglieri Comunali presentano la proposta di delibera in oggetto e ne richiedono l’iscrizione all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale.
A tal fine trasmettiamo relazione illustrativa e proposta di delibera.
Domizi Carla, Ruggeri Paolo, Cimarelli Anna, Luciani Sandro
Tolentino 10 maggio 2011
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
Sull’acqua si è sviluppato un dibattito ampio e diffuso che anche nel nostro paese sta producendo azioni e legislazione.
Noi viviamo l’acqua come una presenza scontata in tutte le attività della vita quotidiana
(alimentari, igieniche, produttive, ricreative). Purtroppo non possiamo dire che sia
altrettanto, non solo nei paesi del sud del mondo, ma anche in alcune regioni italiane.
Attorno all’acqua si muovono e si intrecciano interessi; interessi che cresceranno sempre più con l’affermarsi della crisi idrica. L’acqua è diventato uno dei beni della terra che possono produrre profitti, ricchezze e quindi disuguaglianze e ingiustizie.
L’acqua ormai subisce un processo di mercificazione che, complice l’economia globalizzata, sta cambiando la definizione di acqua da bene pubblico a proprietà privata, una merce che si può estrarre e commerciare liberamente. Un processo pericoloso cui contrapporne uno di segno opposto che punti a mantenere inalterata la natura dell’acqua e a riaffermare il diritto all’acqua come un diritto naturale in quanto legato alla natura stessa dell’uomo.
L’acqua è vita. E’ un bene essenziale ed insostituibile per la vita di ogni essere vivente. Ed è diritto inviolabile dell’uomo l’accesso all’acqua potabile e a quella necessaria per il
soddisfacimento dei bisogni collettivi. L’acqua è un diritto universale, inalienabile ed indivisibile, che può essere annoverato fra quelli cui fa riferimento l’art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana (La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale).
Questa concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza è stata riaffermata dal pronunciamento dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (settembre 2007): “Il diritto all’acqua risulta un’estensione del diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.
Pur essendo rinnovabile, il ‘bene acqua’, per effetto dell’azione dell’uomo, può ridursi o
addirittura esaurirsi. E’ quindi responsabilità sia individuale che collettiva prendersi cura di
tale bene, utilizzandolo con saggezza, preservandolo, affinché esso sia accessibile e
disponibile a tutti, nel presente come per le future generazioni.
La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 ha dichiarato “l’acqua come un bene comune dell’umanità” ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”.
Prima ancora, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 affermava “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.
Gli stessi organi della UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non
sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la
Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”.
Ciononostante, in Italia, si sta procedendo a tappe forzate verso l’assoggettamento
dell’acqua alle regole del mercato, facendo rientrare il servizio idrico nel novero dei servizi
pubblici locali per i quali si debba procedere alla liberalizzazione/privatizzazione.
Infatti, in maniera quasi clandestina, in totale assenza di un doveroso dibattito politico e pubblico, e anzi mistificando la realtà con il rappresentare questa decisione come imposta dall’Europa, il 9 settembre 2009, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che modificando l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, non solo apre la strada alla privatizzazione dell’acqua (di fatto già realizzata con pessimi risultati in molte parti d’Italia) ma la rende obbligatoria.
Infatti, la modifica apportata prescrive l’affidamento ai privati del servizio idrico tramite gara prevedendo che le quote di partecipazione del pubblico ad eventuali società miste non
possano superare il 40%.
L’attacco ai beni comuni che si apre con questa decisione deve vedere gli Enti Locali, e i
Comuni in particolare, protagonisti di una mobilitazione politica e culturale, a partire dai territori e dai cittadini che li abitano.
Il Consiglio Comunale di Tolentino nella seduta del 29.04.2010 ha approvato una mozione che impegna l’Amministrazione Comunale, tra l’altro, a “costituzionalizzare” il diritto all’acqua, attraverso le seguenti azioni : confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà; riconoscere, anche attraverso il proprio Statuto Comunale, che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e la cui gestione va attuata attraverso gli artt. 31 e 114 del D.Lgs n. 267/2000”; inoltre il Consiglio si è ripetutamente espresso a favore di norme che consentissero il mantenimento della gestione del servizio idrico “in house”, per mezzo di società a totale capitale pubblico, ovvero sotto il diretto controllo dei Comuni.
Per dare continuità e consistenza agli impegni già dichiarati, sottoponiamo al Consiglio Comunale la PROPOSTA DI DELIBERA “Approvazione di principi orientati al concetto dell’acqua quale “bene comune dell’umanità” : loro recepimento nello Statuto Comunale” e relative azioni di sostegno”, perché, riprendendo le parole di Padre Alex Zanotelli, il paese di Francesco d’ Assisi (Patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di “sorella acqua” sta diventando la prima nazione in Europa a privatizzare l’acqua!
DOMIZI Carla
RUGGERI Paolo
CIMARELLI Anna
LUCIANI Sandro
Proposta di deliberazione del Consiglio Comunale di Tolentino a firma dei Consiglieri Comunali
Domizi Carla, Ruggeri Paolo, Cimarelli Anna, Luciani Sandro
OGGETTO: PROPOSTA DI DELIBERA “Approvazione di principi orientati al concetto dell’acqua quale “bene comune dell’umanità” : loro recepimento nello Statuto Comunale” e relative azioni di sostegno”
IL CONSIGLIO COMUNALE di TOLENTINO
PREMESSO CHE
L’acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi.
L’acqua costituisce, pertanto, un bene comune dell’umanità, un bene comune universale, un bene comune pubblico, quindi indisponibile, che appartiene a tutti.
Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile: l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti, l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico.
Il “bene acqua”, pur essendo rinnovabile, per effetto dell’azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene,utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti nel presente e disponibile per le future generazioni.
L’accesso all’acqua, già alla luce dell’attuale quadro legislativo – e ancora di più in prospettiva, se non sarà gestito democraticamente, secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente – rappresenta:
1. una causa scatenante di tensione e conflitti all’interno della comunità internazionale;
2. una vera emergenza democratica e un terreno obbligato per autentici percorsi di pace sia a livello territoriale sia a livello nazionale e internazionale.
La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”. Inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno – priorità 2003-2006 – già affermava, al paragrafo 5, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.
In Italia si è attivata un’ampia coalizione sociale in difesa della gestione pubblica del servizio idrico, che ha promosso due referendum abrogativi in materia di gestione dei servizi idrici dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale lo scorso 12 gennaio e attualmente programmati per i giorni 12 e 13 giugno 2011 (il 1° quesito richiede l’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/2008, così come modificato dall’art. 15 del DL 135/2009 convertito, con modificazioni, nella Legge n. 166/2009; il 2° quesito richiede l’abrogazione dell’art. 154 del D.Lgs. n. 152/2006, limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone nella determinazione della tariffa l’adeguata remunerazione del capitale investito), per i quali sono state depositate in Cassazione oltre 1.400.000 firme, circostanza che sottolinea la grande sensibilità dei cittadini su questo tema.
RICORDATO CHE
Nella seduta del 29.04.2010 il Consiglio Comunale ha approvato una mozione che impegna l’Amministrazione Comunale, tra l’altro, a “costituzionalizzare” il diritto all’acqua, attraverso le seguenti azioni : confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà; riconoscere, anche attraverso il proprio Statuto Comunale, che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e la cui gestione va attuata attraverso gli artt. 31 e 114 del D.Lgs n. 267/2000”
IL CONSIGLIO COMUNALE di TOLENTINO DELIBERA
1. Approvare e fare propri i seguenti principi:
1. l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;
2. la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona umana e si estrinsecano nell’ impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero;
3. tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche, e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;
4. il consumo umano delle risorse idriche deve avere la priorità rispetto ad altri usi;
5. la gestione del servizio idrico integrato deve ritenersi un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale di interesse generale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, pertanto non soggetto alla disciplina della concorrenza, e la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del D.Lgs n. 267/2000 con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale.
2. Modificare lo Statuto del Comune di Tolentino nel seguente modo:
è aggiunto, dopo il comma 5 dell’articolo 51, il seguente articolo:
Art. 51 comma 5 bis
Il Comune di Tolentino riconosce il diritto umano all’acqua, ovverosia l’accesso all’acqua potabile come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico; garantisce che la proprietà e la gestione della rete di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione siano pubbliche e inalienabili;
Il Comune di Tolentino riconosce che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale di interesse generale, privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, la cui gestione va attuata attraverso gli artt. 31 e 114 del D.Lgs. n. 267/2000.
Il Comune di Tolentino, in attuazione dei dettami sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana e in armonia con i principi comunitari, al fine di realizzare la coesione economica-sociale e territoriale, promuovere la solidarietà, garantire la protezione dell’ambiente e della salute, anche in considerazione delle peculiarità locali, ritiene che nel proprio territorio tale specifica missione debba essere realizzata attraverso la gestione del servizio idrico integrato, per il tramite di un soggetto di diritto pubblico e al di fuori dei principi di mercato e delle regole della concorrenza.
E’ assicurato il diritto, per ogni abitante del territorio comunale, alla disponibilità domestica gratuita di un quantitativo minimo vitale giornaliero per persona
3. Sostenere la possibilità, da parte dei cittadini, di pronunciarsi sulla gestione del servizio idrico, attraverso la richiesta al Parlamento di una moratoria per posticipare a data successiva quella di svolgimento dei referendum per l’acqua pubblica le scadenze imposte dal comma 8 dell’ dall’art. 23 bis della Legge n. 133/2008, così come modificato dall’art. 15 del DL 135/2009 convertito, con modificazioni, in Legge n. 166/2009, in merito all’obbligo di messa a gara della gestione del servizio idrico,
4. Rivendicare il ruolo delle amministrazioni locali nella gestione del SII, impegnando Consiglio Comunale e Giunta a promuovere le seguenti azioni:
· sostenere la richiesta al Parlamento di una moratoria sulle scadenze imposte dall’art. 1 del DL 25 gennaio 2010, convertito, con modificazioni, in Legge 42 bis in merito alla soppressione delle Autorità d’ambito territoriale
· contrastare tutte quelle iniziative che predispongono l’ingresso dei privati nelle società, l’ulteriore aumento delle loro quote di capitale e tutte le manovre societarie di inglobamento dei grandi gestori nei confronti delle piccole gestioni.
· promuovere tutte le iniziative utili per impedire che la soppressione delle Autorità d’ambito territoriale, sancita dall’art. 1 del DL 25 gennaio 2010, si traduca in un’espropriazione delle competenze comunali in materia di servizio idrico integrato da sempre esercitate dai comuni, anche in forma associata, e invitare i componenti del Consiglio Regionale delle Marche, che sono chiamati a individuare le nuove autorità d’ambito, a lasciare invariata la disciplina attuale sino alla data di svolgimento dei referendum, anche tenuto conto della proroga relativa alla soppressione delle autorità d’ambita stabilita dal d.l. 225 del 2010 cd. milleproroghe
5. Sostenere la campagna a favore della “ripubblicizzazione” del servizio idrico nel territorio di propria pertinenza impegnando Consiglio Comunale e Giunta per quanto di propria competenza.
6. Promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica impegnando Consiglio Comunale e Giunta a promuovere le seguenti azioni:
a) informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l’acqua sul nostro territorio, sia ambientali che gestionali;
b) contrasto al crescente uso delle acque minerali e promozione dell’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto per usi idropotabili, a cominciare dagli uffici, dalle strutture e dalle mense scolastiche;
c) promozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul Risparmio Idrico, con incentivazione dell’uso dei riduttori di flusso, nonché di studi per l’introduzione dell’impianto idrico duale;
d) promozione, attraverso l’informazione, della modulazione delle tariffe, della riduzione dei consumi in eccesso;
e) informazione puntuale della cittadinanza sulla qualità dell’acqua con pubblicazione delle analisi chimiche e biologiche in ogni quartiere e contrada;
7. Sottoporre all’Assemblea dell’Ambito Territoriale Ottimale l’approvazione delle proposte e degli impegni sopra richiamati oltre ai seguenti:
a) sensibilizzazione della cittadinanza in merito all’importanza della riduzione dei consumi di acqua in eccesso attraverso informazione, incentivi, nonché attraverso una modulazione della tariffa tale da garantire la gratuità di un quantitativo minimo vitale giornaliero per persona;
b) proposta di destinare un centesimo di euro al metro cubo di acqua consumata per interventi di costruzione di strutture di captazione e distribuzione di impianti idrici attraverso la cooperazione internazionale.
DOMIZI Carla
RUGGERI Paolo
CIMARELLI Anna
LUCIANI Sandro